“Il bomberismo è una corrente religiosa che mette insieme la dottrina stoica di Seneca, l’estasi mistica del Buddhismo e l’ubriachezza molesta di Paul Gascoigne. Nata in una serata mistica “da Mimmo” a cui erano presenti Bobo Vieri, Davide Moscardelli, Dario Hubner e Ighli Vannucchi, essa si diffuse rapidamente in tutto il mondo principalmente grazie all’ignoranza del genere umano. I canali divulgativi usati più spesso dai profeti del bomberismo sono i social network: Facebook, Twitter e Instagram, a testimonianza di come il bomberismo sia una religione al passo coi tempi, a differenza del Cristianesimo o del Partito Democratico”. È questa la definizione di “bomberismo” tracciata da Nonciclopedia che dà uno spaccato chiaro su una delle figure più in voga oggi, soprattutto sui social network, il bomber. Ebbene, anche Foggia ha il suo bomber. Si chiama Antonio Vacca, è arrivato nel mercato di gennaio, e da ieri è il nuovo ‘idolo’ dei tifosi, almeno di quelli più ‘ignoranti’.
Dopo un pirotecnico 1 a 1, Vacca spunta in sala stampa per quella che dovrebbe essere una normale conferenza di fine partita. Ma il giocatore è un ex del Benevento e pare avere un tantinello il dente avvelenato. “Sei di Benevento?” chiede a un giornalista che gli sta ponendo una domanda. “Si?! Allora non puoi parlare, esci fuori”. Il cronista però gli chiede lo stesso se fosse stato opportuno rivolgere un gestaccio verso i tifosi campani. E se fosse, quello, un atteggiamento da uomo. Memorabile la risposta di Vacca: “Io sono un professionista. E se sono un uomo puoi andarlo a chiedere alle donne di Benevento (il video su gazzetta.it)“. Sulla partita, altra bordata: “Sembrava Foggia-Cerignola, non hanno fatto tre passaggi di fila”. Non sono mancate ‘perle di saggezza’ anche fuori dalla sala stampa: “Abbiamo preso per il culo i tifosi esattamente come abbiamo preso per il culo i giocatori del Benevento con il nostro gioco. Se poi l’arbitro non vede un elefante a un centimetro da lui non è colpa nostra”. D’altronde Vacca qualche segnale lo aveva dato già prima del match di ieri. “Questa è una partita a cui tengo particolarmente – aveva detto – perché non mi sono lasciato bene con l’ambiente. Per me affrontare il Benevento è uno stimolo in più, quella maglia mi fa arrabbiare”. E ricordando gli anni trascorsi in giallorosso aveva aggiunto: “Non la ritengo una esperienza negativa, da queste cose si cresce, anche per delle persone un po’ false che ho conosciuto che mi hanno fatto diventare più forte”. E infine: “Dell’ambiente foggiano si dovranno c..are sotto i beneventani”. Insomma, da ieri Foggia ha un nuovo idolo.