Non si placa la polemica sui pasti della mensa scolastica a Cerignola. I genitori in protesta dall’avvio del servizio, lunedì scorso, hanno incontrato ieri mattina il consigliere regionale pentastellato Rosa Barone, per ottenere l’attenzione di via Capruzzi. “Tramite alcune persone legate al movimento –riferisce a l’Immediato la Barone-, sono stata contattata e invitata ad ascoltare le mamme”. L’incontro è avvenuto dinanzi a Palazzo di Città, durante la concomitante manifestazione in occasione della giornata internazinale contro la violenza sulle donne. “Mi hanno chiesto di portare il caso a livello regionale, più che altro per la questione relativa ai controlli dell’Asl sul cibo confezionato dalla ditta di ristorazione. Hanno lamentato la possibilità di inquinamento della zona, per via della vicina canna fumaria, e di un mancato controllo del cibo”.
Al centro del dibattito politico cittadino e delle preoccupazioni delle famiglie la polemica che investe la ditta di ristorazione barese che confeziona i pasti che imbandiscono le mense scolastiche. La Ladisa ha il suo centro di cottura nella zona industriale, a qualche metro di distanza dalla canna fumaria dell’impianto di trattamento rifiuti speciali Ecolav. E tanto basta per i genitori preoccupati, a sostegno dell’ipotesi che il cibo possa essere “contaminato”. “Mi hanno detto che, addirittura, diversi bambini non mangiano più alle mense scolastiche e questo credo sia un fenomeno preoccupante dal punto di vista sociale. Per chi rimane non deve essere una situazione piacevole –osserva il consigliere Cinquestelle-. Questo, anche, dovrebbe far riflettere il sindaco, o chi per lui”.
In attesa di reperire “le documentazioni opportune per assumere una posizione politica a riguardo” e decidere le iniziative da intraprendere dai banchi regionali, la Barone si batte i comuni della provincia per incontrare i cittadini impegnati in battaglie locali. Sul tema mensa scolastica incontrerà domani i genitori di Troia. Per ragioni diverse, anche lì protestano contro il servizio fornito dalla Markas srl, con sede a Bolzano (titolare di appalti per la ristorazione in tutta Italia), contestando la qualità dei menu, con “cibi freddi e pane surgelato” -riferiscono gli attivisti pentastellati della città del rosone-, e l’esoso costo del servizio.
Per i Grilli di Cerignola la vicenda Ladisa è stata “gestita male -comunicano in una nota stampa diffusa oggi-, viste le vibranti proteste dei cittadini in conseguenza della proroga temporanea alla stessa società che prepara i pasti per gli alunni delle scuole, in attesa dell’aggiudicazione del bando”. Furono loro, nei mesi scorsi, a occuparsi per primi di Ecolav, sollevando, al netto dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA), presunte incompatibilità urbanistiche con il piano regolatore generale.
A rigurado, il titolare dell’impianto, Luigi Caiaffa si era detto al riparo da ogni infondata accusa, e oggi informa che quanto alla “campagna diffamatoria contro una sana ed importante impresa locale” ha sporto “una documentata querela per diffamazione aggravata” nei confronti di Gerardo Bevilacqua e gli altri “ribellioni”. L’ex candidato sindaco di “Voci Nuove” si era spinto fin sotto i cancelli dell’impianto in zona industriale per la sua folklorica contestazione.
“La Ecolav assicura di essere in regola con la normativa regionale, nazionale e comunitaria in materia di trattamento dei rifiuti –si legge nella nota diffusa dalla società-, e di non gestire un inceneritore, ma un impianto di trattamento rifiuti. L’Ecolav, come indirettamente hanno dimostrato i rilievi dell’Arpa, non inquina e non contamina in alcun modo i pasti preparati per la mensa scolastica e sarà costretta, suo malgrado, a tutelare la propria immagine contro chiunque continuerà ad affermare fatti destituiti di ogni pur minimo fondamento”.
Rassicurazioni erano state fornite dall’amministrazione comunale anche sul trasferimento in altra zona non meglio precisata del centro di cttura Ladisa. Non convincono l’opposzione politica e i piddini si interrogano sulle contraddizioni. “Da un lato il sindaco sostiene che Ladisa si trasferirà ed esibisce una lettera dell’azienda per accreditare questa versione dei fatti –si legge in una nota a firma del consigliere comunale Tommaso Sgarro-, dall’altro il titolare della stessa azienda in un’intervista dichiara il contrario. Ladisa non si sposta, anzi raddoppia. Del resto perché l’azienda se ne dovrebbe andare se è tutto in regola come dice l’amministrazione?”. Preoccupante per il segretario piddino il “fronte della tenuta della scuola pubblica”. “Ai dubbi dei genitori sul servizio –continua Sgarro- si accompagna la difficoltà di chi in questa situazione deve anche pagare un bollino piuttosto salato e pensa seriamente a trasferire i figli in una scuola privata”.
Una posizione di cautela assumono, invece, le associazioni che in clima di campagna elettorale hanno interrogato a turno i candidati sindaci su temi sensibili per le famiglie, e tra questi la gestione del servizio mensa. “Siamo coscienti dei tempi tecnici che occorrono a questo tipo di attività da parte dell’amministrazione –commenta a l’Immediato Michele Quarticelli, presidente di Sos Cerignola-. Non abbiamo materiale sufficiente per esprimere un giudizio, ma siamo molto vicini ad alcuni paletti e scadenze che ha posto l’amministrazione, in attesa dell’aggiudicazione del bando che prevede anche la proposta a noi cara della mensa a chilometro zero, che è una delle opzioni imposte ai candidati”. Prima di allora il giudizio è sospeso. “Aspettiamo di vedere chi partecipa. Poi non ci potranno essere possibili scuse da parte dell’amministrazione e torneremo alla carica. Credo sia inutile e sconveniente, al momento –conclude Quarticelli-, qualunque presa di posizione. Non vogliamo essre essere strumentalizzati”.