Valorizzare i tratturi per rilanciare il turismo in Puglia. Sul piatto, ci sono circa 6 milioni di euro (fondi europei), risorse che dovranno servire per studiare le possibilità di tutela e sviluppo di uno dei patrimoni culturali della regione, che proprio in provincia di Foggia trova una delle sue più importanti ramificazioni. La convenzione siglata questa mattina dall’assessore regionale al Bilancio, Raffaele Piemontese, e dal rettore dell’Università di Foggia, Maurizio Ricci, è il primo passo concreto del percorso avviato dall’ex assessore Leonardo Di Gioia, che già aveva avuto modo di affrontare il tema durante la redazione del Ptcp (Piano territoriale di coordinamento) ai tempi dell’esperienza a Palazzo Dogana.
L’obiettivo del programma
Il primo step sarà la creazione del “Quadro di assetto dei tratturi”, un documento che dovrà servire a “definire una classificazione della rete tratturale pugliese, per individuare, con particolare riferimento, i tratturi sui quali concentrare le azioni di valorizzazione da disciplinare attraverso il documento regionale e i piani locali”. “Il senso è quello di arrivare ad una graduatoria che sia ‘scientifica’, che analizzi oggettivamente il valore dei tracciati – ha spiegato l’ingegner Giovanni Vitofrancesco, referente pro tempore del servizio Demanio della Regione Puglia -, anche perché si parla di beni demaniali, quindi pubblici e particolarmente importanti, che dovranno essere portati a valore”. Ma solo dopo un “attento studio”, che coinvolgerà le università di Bari e Foggia, alle quali andranno consulenze rispettivamente per 50 e 20mila euro.
Dal pastore al turismo
La figura del pastore nell’immaginario collettivo sembra molto distante dal turista viaggiatore. Eppure, su quei tracciati solcati indefessamente, potrebbe nascondersi il valore aggiunto di una provincia, la Capitanata, la cui storia è ampiamente tracciata dalla transumanza. Almeno questo è ciò su cui puntano i docenti dell’Unifg. “Abbiamo messo su un gruppo con competenze specifiche – ha spiegato il referente del comitato scientifico, Giovanni Cipriani -, c’è il professor Massimo Monteleone per l’aspetto paesaggistico, il preside di Agraria Agostino Sevi e Patrizia Resta per l’antropologia culturale. Siamo convinti che il fenomeno della transumanza abbia condizionato la cultura e le tradizioni delle comunità territoriali dalla stessa interessati, segnandone indelebilmente lo sviluppo socio-economico”. Il risultato, come ha precisato l’assessore foggiano Piemontese, sarà “una sorta di piano urbanistico dei tratturi, coordinato con il territorio”. Sì perché tra nuove costruzioni, abbandono dei tratturi e distruzioni di vecchi tracciati, la necessità è quella di “avere una mappa compiuta dell’esistente”. La prima verifica, però, partirà dal trattutello Canosa-Ruvo di Puglia. Non dalla provincia di Foggia, che è la storica regina del tema in Puglia.
[wzslider autoplay=”true” info=”true” lightbox=”true”]