Per la bomba al ristorante “La Centrale” in via De Gasperi a Campomarino lido, sono stati arrestati tre sanseveresi. Si tratta di Donato Altomare Marra, classe ’73, Massimo Ricciardi, classe ’70 e Antonio Gomeri, classe ’67, questi ultimi due titolari di una ditta di fuochi pirotecnici spesso utilizzati durante la Festa della Madonna del Soccorso a San Severo. Dopo quasi due settimane di indagini, appostamenti e controlli dei tabulati, i carabinieri sono dunque arrivati a quelli che a tutti gli effetti sembrano essere i responsabili della bomba carta, nella notte tra il 17 e il 18 luglio, e delle estorsioni al titolare del locale. Tutti e tre pregiudicati, ben noti alle forze dell’ordine e spesso in visita a Campomarino, non tanto per prendere il sole quanto per chiedere il pizzo.
I carabinieri li hanno fermati proprio mentre stavano ritirando una busta di 5mila euro dal proprietario del ristorante che ha agito su consiglio degli stessi militari.
“L’operazione condotta dai carabinieri – fanno sapere gli inquirenti con una nota stampa – rientra nel più grande ambito delle indagini avviate il giorno dell’esplosione dell’ordigno all’interno di un ristorante in Campomarino. I servizi svolti, con il fine di monitorare possibili approcci dei malfattori nei confronti delle vittime, hanno consentito di individuare un nucleo di tre persone che, formulata una richiesta estorsiva nei confronti dei gestori del ristorante, ha consentito ai carabinieri di operare in totale ombra all’insaputa delle parti e bloccare i tre individui nel momento della riscossione del denaro”.
Bisogna ora stabilire collegamenti con l’attentato dinamitardo davanti al ristorante che ha destato allarme e innescato molti timori nella località turistica molisana. Un’operazione “complessa”, quella dei militari. L’ordigno piazzato sull’area esterna del locale – scrivono sulla testata primonumero.it – aveva squarciato il gazebo e la vetrata attorno alle 4 della notte, con una esplosione avvertita nitidamente in tutta la zona del lido, anche a centinaia di metri di distanza da via De Gasperi.
L’ordigno aveva colpito l’attività commerciale, che lavora da trenta anni anche come pizzeria, molto frequentata tutto l’anno. Il ristorante era chiuso quando è avvenuta l’esplosione. I militari hanno lavorato fin da subito senza tralasciare nessuna pista, concentrandosi in maniera particolare sull’ipotesi della intimidazione finalizzata a ottenere denaro.