Torna il Re del talk-show italiano. Ed è inevitabile amarcord. Col suo 5,6% di share e quasi un milione e mezzo di telespettatori, Maurizio Costanzo ha colpito ancora col suo omonimo e amatissimo spettacolo della seconda (e terza) serata sulle reti Mediaset. Anche se ora va in onda (giustamente) in prima. Dopo qualche anno di silenzio, e dopo la parentesi già di stampo nostalgico (con il “MCS – La storia”) lo scorso anno, questa volta si tratta di un ritorno vero e proprio. Quattro speciali in onda la domenica sera. Ospiti della prima puntata, tra gli altri, Maria De Filippi, Mara Venier, Sabrina Ferilli e uno dei personaggi nati sul palco dei Parioli – e tra i più amati del pubblico delle reti del “biscione” – il simpatico Enzo Iacchetti. Ma non deve ingannare il colore del revival. In realtà quella del ritorno di Maurizio Costanzo in video è una vera sfida. Al momento sono previste quattro puntate ma non è detto che lo show non vada avanti. A Mediaset non ci mettono molto a chiudere e riaprire programmi in base a come reagisce la raccolta pubblicitaria. Bisogna dire che intanto non siamo più nel cuore dei Parioli, e nel teatro omonimo, ma negli studi De Paolis, sempre a Roma sulla Tiburtina, dove nascono molte produzioni delle reti di Berlusconi. C’è una piccola orchestra e non il mitico Franco Bracardi – sceneggiatore e musicista noto soprattutto per essere stato il pianista del MCS – che purtroppo è scomparso cinque anni fa. Nel primo appuntamento largo spazio al tema più “generalista” e “italiano” della tv: la famiglia. E c’era quindi la sua, di Maurizio Costanzo, di famiglia, ma anche quella di Rocco Siffredi e il padre della Ferilli. La puntata è iniziata con un omaggio a Sergio Mattarella che è stato ospite del programma come deputato e come ministro.
I numeri del MCS. Vale la pena curiosare nella storia del MCS per scoprire che è andato in onda per 27 anni, dal 1982 al 2009, per un totale di 4391 puntate, 8100 ore di trasmissione, oltre 32 mila ospiti. Lo show più longevo della storia della tv italiana. Quello su Rete4 è un ritorno: è proprio da qui che tutto è iniziato. L’arrivo a Canale5 c’è stato solo nell’85 dato il successo che stava ottenendo. È stato per anni un appuntamento fisso della tarda serata di molti italiani. Molto seguita era anche la replica del mattino seguente. Rete4, “Maurizio Costanzo Show”
Sfida alle serie tv, attraverso la storia. Il “vero” 1992 è su History Channel ed è tutto tranne che una fiction. Per qualche motivo, e citando espressamente la serie tv che va in onda su Sky Atlantic come una sorta di “ideale staffetta”, anche il canale televisivo americano a base di documentari e fiction storiche ha deciso di dedicare un programma all’anno in cui in Italia è esplosa Tangentopoli. Le differenze sono tante, intanto perché profondamente diversa è la mission di questo canale. In “1992 – Attacco al Potere” si cerca di fare quello che in Italia non si fa quasi più: ovvero una ricostruzione giornalistico/storica degli eventi di quel periodo, attraverso lo strumento del docu-film. Ovviamente anche qui c’è il pool dei personaggi guidati da Antonio Di Pietro accanto ai protagonisti delle vicende, da Mario Chiesa in poi, dagli imprenditori ai politici che vennero coinvolti negli scandali portati alla luce dall’inchiesta. Interviste vere e immagini di repertorio. Un minimo di spettacolarizzazione (che non guasta) e due sole puntate (ottimo, si evitano inutili sbrodolamenti quando non si ha molto da raccontare). In realtà non è la prima volta che History propone programmi che sono la derivazione “storica” delle fiction. Prima di “1992” c’è stato “Il trono di Spade – la vera storia”. Appunto. Un modo intelligente per attirare gli appassionati di alcuni contenuti verso il proprio canale tv che, anche se realizza ottimi prodotti, mantiene ascolti decisamente bassi (la media stimata starebbe intorno allo 0,1% di share). E merita certamente di più. History Channel, “1992 – Attacco al Potere”