Sembrano lontani i tempi dei lasciti del Marchese Filippo De Piccolellis, possidente nato a Napoli e domiciliato a Firenze. Fino a qualche anno fa, l’Ipab a lui dedicata si reggeva con i fitti dei fondi di famiglia, che tra terreni (prevalentemente a Manfredonia e Ascoli) e immobili (fino a qualche tempo fa c’era una convenzione con la Provincia di Foggia per le scuole) garantivano quasi 300mila euro l’anno. Per il resto era beneficenza e progetti in convenzione per la provincia di Foggia. I “Piccolella”, nobile famiglia senese, mai avrebbero potuto immaginare il vortice di inchieste nel quale sarebbe piombata quella che adesso è un’Asp (azienda pubblica di servizi alla persona), tra assunzioni chiacchierate e appalti milionari mai realizzati.
Il commissariamento dopo la gestione dell’avvocato Antonio Tulino fa emergere tutti i dubbi sulla gestione degli ultimi anni, sfociati nell’operazione di acquisizione delle carte da parte della Guardia di finanza degli ultimi giorni. A spiegare la gestione degli ultimi anni a l’Immediato è una delle dipendenti amministrative, Maria De Leo, entrata con un contratto a tempo determinato attraverso un’agenzia interinale e stabilizzata nel 2009. Proprio una delle “accusate” del tengo famiglia di Tulino svela i passaggi decisivi che potrebbero essere alla base delle indagini in corso…