Uomini della Banda della Magliana in scena a Foggia. Nell’Operazione Goldfinger (come nel film 007 con Sean Connery) è emersa la presenza di Stefano Virgili, “il mago delle vedove”, grande amico del “Nero” Massimo Carminati, boss della banda arrestato in “Mafia Capitale”. Il contatto foggiano di Virgili era Olinto Bonalumi, noto per i suoi colpi ai caveau. I due, assieme ad altri soggetti, tutti arrestati, sono i protagonisti del colpo messo a segno nel marzo 2012 al Banco di Napoli in piazza Puglia. Svaligiarono 165 cassette sulle 500 presenti nell’istituto.
Stimati 15 milioni di euro rubati, quasi tutti riciclati attraverso l’acquisto di beni immobili, scambi e versamenti di denaro grazie alla complicità di Patrizia Di Biase, moglie di Bonalumi. All’alba di oggi la polizia ha stanato l’organizzazione dopo quasi tre anni di indagini. Ricostruite le dinamiche criminali di un inedito sodalizio, quello tra la malavita foggiana e quella romana. Oltre al furto al caveau del Banco di Napoli c’è il tentato colpo alle due gioiellerie della “Mongolfiera” ad agosto dello stesso anno. Un tentato furto emerso durante le indagini, realizzate attraverso servizi di pedinamento e intercettazioni telefoniche (come si vede nel video in alto con le conversazioni tra Bonalumi e De Matteis e Bonalumi e Virgili).
Il colpo in banca
Gli autori del furto trafugarono valori e preziosi per circa 15 milioni di euro grazie alla complicità di due guardie giurate della “Metropol”, finite entrambe ai domiciliari. Le guardie avevano libero accesso in orari non consentiti e acquisirono notizie utili per l’organizzazione. I ladri riuscirono a superare i controlli grazie a una centralina (acquistata nelle Marche) identica a quella utilizzata per gestire gli allarmi della banca e riuscendo a duplicare le chiavi elettroniche che gestivano l’apertura delle porte. Per questo furto sono stati raccolti elementi di colpevolezza a carico di Bonalumi, Federico De Matteis (foggiano del ’89), Paolo Izzi (romano del ’56), Gennaro Rendine (foggiano del ’81) e Domenico Di Sapio (foggiano del ’69). Ipotesi di associazione a delinquere per Bonalumi, De Matteis e Venturo Ricchiuti (foggiano del ’81).
Il tentato colpo in “Mongolfiera” e il covo dei malviventi
Il 26 agosto 2012, il delitto non venne consumato a causa dell’intervento dei poliziotti della Squadra Mobile di Foggia che fecero irruzione nel ristorante “La villa” in via del Feudo d’Ascoli al Villaggio Artigiani, dove la banda si riuniva per studiare le strategie criminali. Alcuni dei malviventi riuscirono a scappare, altri no.
Ed è in quell’occasione che venne fuori Stefano Virgili, esperto nel violare anche i sistemi di allarme più complicati, vicino in passato alla “Banda della Magliana” e coinvolto nel clamoroso furto al caveau del Palazzo di Giustizia di Milano compiuto nel luglio del 1999 assieme proprio a Massimo Carminati. I foggiani Bonalumi, De Matteis e Ricchiuti sono accusati di aver tentato il furto alle gioiellerie Sarni assieme a Virgili, Izzi, Vincenzo Facchini (romano del ’53), Ruggero Racano (foggiano del ’65), Franco Papa (romano del ’53) e Gianluca Contini (foggiano del ’74). Accusati di aver riciclato il denaro preso dal caveau Ricchiuti, Antonio Caputo di Cerignola (classe ’65) e, come detto, la moglie di Bonalumi, Patrizia Di Biase. Un altro arrestato, il foggiano Corrado Folchino del ’61, è invece accusato di aver ricettato altro materiale proveniente dal furto. Dopo quasi tre anni, dunque, gli inquirenti hanno ricostruito tutto il mosaico fino ad identificare quindici persone delle quali nove in carcere, due con obbligo di dimora e quattro ai domiciliari.
L’altra indagine
Il Servizio Centrale Operativo e le Squadre Mobili di Foggia, Bari e Lecce hanno raccolto elementi di colpevolezza a carico di uno dei vertici di un pericoloso gruppo criminale composto da pregiudicati della criminalità barese e foggiana, coinvolti nell’assalto al furgone portavalori della Np Service avvenuto il 6 dicembre 2013 a Cerignola lungo la A14 nel corso del quale, dopo un conflitto a fuoco, furono sottratti circa 1,5 milioni di euro. Pierpaolo Perez e Angelo e Michele Falco, componenti del commando, vennero arrestati a gennaio 2014. Nell’ambito di “Goldfinger” è stato beccato anche il 49enne Giuseppe Magno di Andria, quarto responsabile di quell’assalto.
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