Dall’assistenzialismo all’autodeterminazione. Dal lavoro sociale inteso come peso all’economia sociale come opportunità di crescita. Anche Cerignola, con l’iniziativa “Europa: luoghi e persone. Le politiche per la crescita, lo sviluppo, l’occupazione”, venerdì scorso ha ospitato una tappa di presentazione delle misure di contrasto alla povertà finalizzate all’inclusione sociale e al sostegno dei soggetti svantaggiati approvate dalla Giunta regionale. A illustrare le procedure per l’avvio di “Cantieri di cittadinanza-Lavoro minimo di cittadinanza”, presentate il giorno prima a Foggia, la dirigente alle Politiche per la promozione della salute delle persone e Pari opportunità Anna Maria Candela. Un appuntamento combinato dall’eurodeputata Elena Gentile, che ha esteso l’invito anche ai sindaci di Ascoli Satriano, Pietra Montecorvino e Poggio Imperiale, tra la platea riunita nell’aula consiliare. I Comuni, riuniti in ambiti territoriali, giocheranno un ruolo da protagonista rispetto alle nuove opportunità per l’inserimento sociolavorativo declinate a livello regionale.
“Fondamentale è la collaborazione fra Comuni. Il nostro obiettivo è combinare il sostegno al reddito con il percorso di inserimento sociale”, ha chiarito Candela. La misura denominata “Lavoro minimo di Cittadinanza” prevede il diretto coinvolgimento dei Comuni nei processi di ricollocazione dei percettori di ammortizzatori sociali, anche in deroga, e con la realizzazione dei “Cantieri di Cittadinanza” (misura dedicata ai disoccupati di lunga durata e alle persone in situazione di particolare fragilità sociale) li obbliga a ripensare il ruolo dei servizi pubblici per il lavoro: non più solo contenitori generici di servizi amministrativi, ma porta di accesso alle politiche regionali di inclusione attiva, fondate sulla reale verifica delle condizioni di bisogno.
A disposizione 11milioni di euro di risorse regionali, cui si aggiungeranno 34milioni stanziati dal Governo nazionale e 100milioni di euro di risorse vincolate dalla commissione europea. A partire dal 20 aprile verrà attivata la piattaforma informatizzata per partecipare al bando regionale e “le imprese e i Comuni che vogliono realizzare attività che insegnino un lavoro ai beneficiari degli interventi potranno avanzare progetti”. “Servono progettualità sul territorio. Ancora oggi, in giro per la Puglia –ha raccontato la dirigente regionale- ci sono amministratori locali che non sanno cosa hanno sul proprio territorio e ci vengono a chiedere di realizzare strutture che già qualche cooperativa ha provveduto a realizzare. Andrebbe rafforzato il rapporto pubblico-privato. In molti territori, a forza di cercare gli interessi piccoli e particolari, si perde di vista la capacità di avere una regia pubblica di tutti gli investimenti”. Priorità a strutture a ciclo diurno e servizi polivalenti per disabili e anziani, con particolare attenzione ad “alcune tipologie di strutture che rappresentano il futuro”, co-housing sociale per piccoli nuclei abitativi e condomini solidali. Altra linea di investimenti nella nuova programmazione 2014-2020 riguarda l’infrastrutturazione sanitaria territoriale. Nel nuovo sestennio i fondi strutturali saranno utilizzati per potenziare consultori, poliambulatori, e la rete oncologica e riabilitativa territoriale; per implementare il patrimonio di mezzi e macchinari per prestazioni diagnostiche a domicilio.
Oltre che di fondi europei per le politiche di welfare, si è parlato anche dei successi e dei risultati ottenuti in materia negli anni dell’assessorato Gentile. Dal primo piano regionale delle politiche sociali del 2004 all’istituzione dei piani sociali di zona del 2005, fino agli strumenti normativi innovativi per una regione che “partiva dal buio”. Non avevamo contezza delle strutture presenti sul territorio, asili e case per anziani, di cosa fosse un asilo nido a Cerignola e cosa a Lecce”, è intervenuto il sociologo Emanuele Pepe, funzionario dell’osservatorio regionale per le politiche sociali. Anni intensi di programmazione che “complessivamente ha consentito di investire in Puglia 570milioni di euro, infrastrutturando in maniera capillare il territorio e aprendo spazi interessanti per le politiche attive per il lavoro”, ha sottolineato la Gentile, componente della commissione parlamentare occupazione e lavoro e vicepresidente dell’intergruppo Economia scoiale. “Questa regione nel 2005 brillava di opacità. Non c’erano strumenti e competenze. Il sistema d’impresa pugliese non aveva mai avuto l’opportunità di cimentarsi e investire in questo sistema che abbiamo architettato e progettato”, ha ribadito. “Il nostro lavoro non ha prodotto risultati accademici, attraverso l’economia sociale abbiamo prodotto servizi e lavoro, non politiche filantropiche, di carità e compassione. Dobbiamo costruire una grande alleanza tra sistema d’impresa, che non paga a nero, che non sfrutta i lavoratori, che sa dare dignità agli ex tossici, ai disabili, perché l’unico strumento vero di inclusione sociale è il lavoro”.