Manca un nome nel Pd di San Severo per la candidatura alle Regionali, un vuoto che spicca nel quadro più o meno già definito dei nomi in corsa per via Capruzzi e dopo l’era targata Dino Marino, presidente della commissione sanità nell’ultimo quinquennio. Pare che sarà difficile trovarlo, non solo come espressione di quella città, ma di tutto l’Alto Tavoliere, com’è sempre stato, del resto, cioè sintesi di un’area più vasta che comprendeva la roccaforte rossa di Apricena – ora in mano al centrodestra – e una cittadina un po’ satellite come Torremaggiore. Qualcuno aveva fatto il nome di Tommaso Pasqua, responsabile enti locali del partito in rappresentanza del territorio, ma pare che non abbia nessuna intenzione di impegnarsi.
Damone-Liscio-Di Gioia: chi li sfida?
E’ sempre possibile che si arrivi ad un nome condiviso da qui a qualche mese ma per ora non c’è. Gli equilibri politici e di potere emigrano verso Emiliano e la sua lista, verso il nome del figlio di Cecchino, Luigi, verso quel gruppo molto ben collaudato con Di Gioia (Foggia) e Liscio (Cerignola) che una parte del Pd non intende sfidare. Anche a Manfredonia hanno qualche esitazione per un quarto concorrente ‘figlioccio’ di Emiliano, poi è chiaro che gli elenchi vanno riempiti.
A casa di Miglio si consolida verso le Regionali lo stesso nucleo di interessi e di condizionamenti reciproci stigmatizzati da Angelo Cera a proposito della provincia “in scacco” perché San Severo domina. E il Pd arranca, diviso com’è tra i seguaci di Marino (il consigliere non ha ottenuto spazio per la quarta proroga a favore del barese Michele Loizzo), gli esuli dal suo gruppo, seguaci di Gianni Presutto, che per un periodo fu anche coordinatore, e sostenitori di Nadia Pennacchia, segretaria cittadina che si dimise dal suo ruolo durante le comunali. Emiliano unisce mondi anche distanti, si è visto durante la campagna per le primarie, ma proprio dove fa l’assessore non unifica il Pd che, comunque, sembra puntare su altri candidati e, suo malgrado, spiana la strada a Luigi Damone. Si prepara anche Stefano Villani (Udc) in base all’accordo stilato per via Capruzzi.
Cristiano Romani, possibile candidato sindaco nel centrodestra (Manfredonia)
Manfredonia si dibatte sul dualismo Campo-Ognissanti. L’ex sindaco del paese del golfo era dato ormai sicuro in lista con il Pd ma ambienti vicini al segretario provinciale Raffaele Piemontese avrebbero affermato il contrario. Più gradito Ognissanti dato che Manfredonia esprime già un sindaco ed un parlamentare, Michele Bordo, della stessa corrente. Quale, dato che si dicono tutti renziani? Quelle che si sono consolidate negli anni, dalemiani e non. Si dice che qualche esponente di Ncd potrebbe entrare in lista con Emiliano, sulla base delle dichiarazioni rilasciate dal circolo locale a favore di Riccardi in occasione delle primarie. Stefano Pecorella, Falcone e Basta annunciarono il loro voto favorevole al sindaco in carica.
Nel gruppo di Emiliano potrebbe tentare la gara barese Lele Castriotta, presidente di alcuni patronati, da non confondere con Lello Castriotta (Puglia prima di tutto) che sarebbe già pronto per il partito di Fitto alle regionali. Batte un colpo anche il centrodestra per quanto riguarda il nome del sindaco (all’election day di maggio voteranno 60 comuni della Capitanata tra cui Manfredonia e Cerignola), scontata la ricandidatura di Giandiego Gatta per le Regionali con Forza Italia. Circola il nome di Cristiano Romani, avvocato, vicino all’area azzurra, uno dei pochi che si sarebbe mantenuto distante dalle affollatissime primarie del Pd, dunque proiettato verso la sfida alla prima carica senza sospetti di intesa col “nemico”.
Centrodestra diviso, Schittulli consolida alleanze
Nel centrodestra rimane il nodo irrisolto del presidente da scegliere e di cosa farà Schittulli mentre perdono quota le candidature di Giorgino e di Barbara Matera, l’europarlamentare lucerina che non avrebbe alcuna intenzione di lasciare il suo posto a Bruxelles. Si ripresenta Giuseppe Pica in rappresentanza dell’area protesa verso i Monti Dauni nella lista di Fi. Schittulli sarebbe intenzionato a mantenere il suo Movimento, comunque vadano le decisioni dei tavoli nazionali, e il sindaco di Cerignola Giannatempo ha pensato ad un suo impegno con questa sigla del Movimento mentre Roberto Ruocco tornerebbe in Regione con il partito di Berlusconi.
Possibile che si vada a votare anche divisi nel centrodestra, seguendo lo schema di alleanze disegnato in questi mesi. Con Schittulli presidente che non ferma la sua campagna elettorale e ha già stretto un patto con Fratelli d’Italia, Ncd e Psi (non quello di Emiliano) e Forza Italia che tenterebbe la corsa solitaria. Ci sarà la “Puglia prima di tutto” in questa tornata elettorale, come assicurato dalla candidatura del foggiano Lucio Ventura (primo dei non eletti in via Capruzzi nel 2010) e da quella probabile di Lello Castriotta su Manfredonia. Nel 2010 il partito di Fitto ottenne il 7%, con la diminuzione dei consiglieri, ipotizzando gli stessi voti e senza fare troppa ombra a Forza Italia, un seggio potrebbe scattare nella roccaforte leccese o anche a Bari.