Se l’amministratore locale non batte ciglio sull’abusivismo edilizio, interviene la Regione Puglia per l’abbattimento. “Si attivano i poteri sostitutivi per la demolizione”, afferma la vicepresidente e assessore regionale Angela Barbanente. Il 23 dicembre scorso, infatti, è stata approvata la delibera di Giunta con la quale vengono attivati i poteri sostitutivi nei confronti di Amministrazioni comunali che non provvedono all’esecuzione delle ordinanze di demolizione. La delibera, proposta dall’Assessore alla Qualità del territorio, Angela Barbanente, si inserisce nell’ambito della strategia organica di contrasto all’abusivismo edilizio in attuazione della Legge Regionale numero 15 del 2012 per la prevenzione e repressione fenomeno.
La strategia comprende il monitoraggio dell’abusivismo edilizio, la collaborazione con le procure della repubblica, l’erogazione di finanziamenti ai comuni per le demolizioni, e mira a superare alcune persistenti criticità del fenomeno, legate – fra l’altro – alla percezione diffusa di impunità da parte dei responsabili degli abusi, alle note difficoltà dei Comuni ad eseguire le demolizioni in danno, alla carenza di risorse da anticipare. Ferma restando l’obbligatorietà dell’azione tesa al ristabilimento della legalità per tutti gli abusi, l’intervento sostitutivo regionale è stato commisurato ai differenti livelli di gravità e/o pericolosità ambientale degli abusi. I criteri di priorità sui quali si è concentrato l’intervento sostitutivo sono: l’incolumità e la sicurezza dei cittadini, nei siti ove sussiste il maggior rischio idrogeologico, e la tutela del territorio assume nei siti di più elevato valore identitario e culturale. Del resto, le tragiche conseguenze delle recenti alluvioni, verificatisi in particolare nell’area garganica, attestano inequivocabilmente che il cattivo uso del territorio – in primis l’attività edilizia illegale – oltre a deturpare la bellezza del territorio e a vanificare l’attività pianificatoria, accresce enormemente i pericoli e i danni a persone e cose conseguenti ai fenomeni atmosferici.
Ecco l’elenco degli interventi
Tra gli abusi definitivamente accertati e sanzionati dai Comuni con ordinanze di demolizione ancora non eseguite, sono stati pertanto selezionati i seguenti casi ricadenti nei Comuni di Cagnano Varano, Mattinata, Peschici e Vieste. Si tratta, in tutti i casi, di opere edilizie in aree sottoposte a vincolo paesaggistico e idrogeologico incluse nella perimetrazione del Parco Nazionale del Gargano, realizzate in assenza di titolo edilizio e senza le necessarie autorizzazioni paesaggistiche e ambientali: due immobili a Cagnano Varano (realizzazione di piano terra di 174 mq circa con annesso porticato di mq 61 circa, pozzo artesiano e scalinata di accesso al solaio e realizzazione di immobile di circa 169 metri quadrati, h m 5 circa, tipo capannone); due a Mattinata (realizzazione di fabbricato di mq 71 circa con annessa veranda e realizzazione di 3 manufatti in muratura – mq 37 circa, mq 2 circa, mq 15 circa -, un piazzale pavimentato e recinzione metallica); a Peschici un manufatto di circa 100 metri quadrati) e un immobile di 170 (tre piani e gazebo) a Vieste.
“Bisogna segnalare – fanno sapere dalla Regione – che alle richieste di informazioni e alle diffide formulate dal Servizio Urbanistica regionale, circa l’attività amministrativa finalizzata all’esecuzione delle ordinanze di demolizione, non è stato dato alcun riscontro da parte dei Comuni interessati. Soltanto il Comune di Peschici, con nota prot. n. 8923 del 20 novembre 2014, relativamente all’abuso edilizio al numero 5 della tabella, ha rappresentato che le opere abusive non sono state demolite e che non si è proceduto all’acquisizione dell’area e del bene al patrimonio comunale in quanto l’area risulta di proprietà comunale. Pertanto – concludono -, di fronte all’inerzia delle Amministrazioni comunali nell’esercizio dei doveri di repressione degli abusi edilizi sanciti dal Testo Unico dell’Edilizia, la Regione, in attuazione della L.R. n. 15/2012, ha attivato i poteri sostitutivi, nominando due commissari ad acta per i quattro Comuni interessati, i quali svolgeranno tutte le attività amministrative finalizzate all’esecuzione delle demolizioni delle opere abusive”.