“Qui a Foggia gli imprenditori sono ancora molto lontani dai discorsi su legalità e rispetto delle regole”. Sono durissime le parole di Tano Grasso nel giorno dell’anniversario della morte di Giovanni Panunzio, ucciso dalla mala nel 1992. Dopo la cerimonia in corso Roma dove è presente il cippo che ricorda l’imprenditore, i protagonisti di questa giornata si sono spostati nella Prefettura. Al tavolo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia. Con lei il prefetto Luisa Latella, la presidente dell’associazione antiracket Cristina Cucci, il Commissario Straordinario del Governo Santi Giuffrè e lo stesso Tano Grasso. Sala gremita soprattutto dai ragazzi delle scuole Lanza, Einaudi e Notarangelo-Rosati.
Proprio dalle scuole bisognerà ripartire per superare fenomeni assai insidiosi come mafia e corruzione. “È importante la presenza di questi ragazzi affinchè capiscano fin da subito da che parte stare”. Proprio per questo la Bindi ha avanzato una proposta al Governo Renzi e in particolar modo al Ministero della Pubblica Istruzione: “È necessario aprire le scuole allo studio del fenomeno mafioso. La storia non si ferma alla Seconda Guerra Mondiale. In oltre 60 anni di Repubblica ne sono successe di cose e la mafia, purtroppo, ha avuto un ruolo di primo piano”.
La Bindi non ha dubbi: “Chi esce da scuola deve sapere in che paese vive. È importante studiare il fenomeno affinchè i ragazzi sappiano fare incontri giusti nella vita”. Poi cita il Vangelo: “Chi non è con noi è contro di noi. Di solito non mi piace parlare di nemici o di guerra ma i mafiosi sono nostri nemici e vanno combattuti“. Parole forti quelle della Bindi scaturite da alcune domande che Victoria, giovane studentessa della Notarangelo-Rosati le ha posto a nome di tutti i ragazzi.
La presidente dell’Antimafia ha speso parole importanti anche per la famiglia Panunzio: “Per me è un onore essere qui. Credo che la costituzione dell’associazione antiracket rappresenti una piccola restituzione che questa città vi ha fatto dopo il grande dolore che avete sopportato” ha detto rivolgendosi alla famiglia dell’imprenditore. “Finalmente si sta combinando qualcosa ed è un segnale positivo che una giovane donna (Cristina Cucci, ndr) guidi l’antiracket. Sono sicura che otterrà grandi risultati ma solo se aiutata. E mi fa assai piacere che la Camera di Commercio ospiti l’associazione in attesa che venga individuata una sede opportuna”.
Proprio la futura sede dell’associazione antiracket “Giovanni Panunzio” rappresenta una lieta notizia in questa giornata. Il prefetto Latella ha annunciato che molto presto un bene confiscato alla mafia sarà destinato proprio ad ospitare l’associazione. Un fatto che ha scatenato gli applausi di tutta la sala. “L’antiracket non rappresenta la salvezza – ha aggiunto Latella – ma un primo passo di un lungo percorso”. Un percorso che sembra iniziato nel migliore dei modi. Oggi l’iniziativa è accolta da alcuni pezzi della politica e dell’economia cittadina. Le istituzioni locali e lo Stato sono finalmente presenti a questi eventi. Cosa che non accadeva affatto 22 anni fa, quando morì Panunzio. A ricordare quel 1992 è Tano Grasso: “Ai funerali non c’era nessuno. Mancava il sindaco, mancava il questore, mancavano i parlamentari. Questa era Foggia nel 1992. Ma ora qualcosa è cambiato ed è sotto gli occhi di tutti”.
Giuffrè ha parlato in quanto rappresentante dello Stato: “La città deve rispondere. Il problema mafia è di tutti. Lo Stato sarà vigile e attento affinchè questa pianta germogli bene. Non siamo qui per una passerella. Ci mettiamo la faccia desiderosi di condividere assieme a voi questo lungo e difficile cammino. Bisogna fare una scelta. Bisogna scegliere la via del futuro”.
D’ora in avanti i piccoli e grandi imprenditori potranno denunciare i soprusi contattando l’associazione antiracket “Panunzio” al numero, fornito oggi da Cristina Cucci, 391 183 1331