Designati Emiliano e Minervini come candidati alle primarie del centrosinistra, comincia la corsa. L’assemblea regionale ha deciso, senza sottilizzare sulle firme, i concorrenti. Clima sereno dopo i fendenti sul “partito militarizzato dal segretario regionale” lanciati da Guglielmo Minervini. Assente l’eurodeputato Elena Gentile, ancora un mistero i passi dei “suoi” civatiani nella consultazione del 30 novembre. Nel frattempo, a margine della Festa dell’unità in svolgimento a Foggia, si raccolgono commenti politici. Dal palco, sui temi del lavoro, Scalfarotto contro Tocci: sembrano esponenti di due partiti diversi. Il presidente Orfini si barcamena.
Civatiani, “giapponesi di Puglia”
Sabino Colangelo, storico militante del partito, ex segretario provinciale che altre generazioni piddine ha formato, a cominciare dal suo successore Raffaele Piemontese, è netto: “I civatiani esistono perché esiste la Gentile, e solo in Puglia, sono come gli ultimi giapponesi ma non contano nulla”.
A Emiliano manda a dire di “non sottovalutare il centrodestra che dice di aver distrutto ma che è ancora molto forte sebbene diviso. Bisogna anche capire le mosse dell’Udc”. E Renzi? “Deve passare dalla fase destruens a quella costruens, per ora sta disarticolando”.
Pasquale Russo, civatiano doc, comunica la fase d’intensa discussione nella sua area a proposito di schieramento per le primarie mentre Emiliano non perde un’assemblea, una festa, una direzione in agro di Capitanata. “E’ sempre qui perché questo è un terreno difficile, lui lo sa”.
Emiliano a Renzi: “Non si scherza sull’articolo 18”
Arrivano anche altre messaggi, da Bari. Questa volta è Emiliano a mandarli a Renzi tramite Ivan Scalfarotto che all’assemblea barese c’era. Riguardano la “sacralità” dell’art. 18 che non può essere trattato con “leggerezza” e “la valorizzazione della politica dei piccoli passi durevoli nel tempo, più che il colpo ad effetto”, tipo annunci sul mercato del lavoro. La riforma che sta dividendo il Pd è stata al centro dell’incontro tra il sottosegretario Scalfarotto, il senatore Tocci e il segretario Orfini.
Piazza Cesare Battisti si anima col palco e le luci, ieri più del giorno prima si muovono, tra stand e vicoli, militanti e dirigenti. La città è assente, la gente comune passa e guarda distrattamente. “Siamo ancora sotto la botta”, commenta Colangelo, cioè la sconfitta alle comunali. “Eccoci alla festa democratica – l’incipit di Rauseo – volevo dire festa dell’Unità”. Novità lessicali. L’anno scorso saltò causa impegno per le primarie.
Festa dell’Unità, Pd uno e trino sul mercato del lavoro
“Legislazione sul lavoro barocca, stratificata, inadeguata, il numero di persone col Tfr e con contratti a tempo indeterminato è una netta minoranza. Ci raccontano la favola dell’articolo 18 e poi i ragazzi arrivano senza tutele in un mercato del lavoro che gli investitori stranieri non comprendono e che scoraggia. Il lavoratore va orientato anche in base alle eccellenze del territorio, serve un alfabeto nuovo, rivoluzionario”. Così incalza Ivan Scalfarotto dal palco. Frena il senatore Tocci: “Sono vent’anni che i soloni della macroeconomia ci dicono di abbassare l’asticella dei diritti. Il risultato è stato l’aumento della disoccupazione e il calo della produttività, gli errori di Treu non si possono ripetere, queste sono cose le hanno in mente la Bce, Sacconi e qualche partito”. Insomma quella di Renzi è “una grave sbandata”.
Orfini parla di “riforma della rappresentanza” e si barcamena tra due opposti fronti, Scalfarotto contro Tocci, a Bari Emiliano chiede e assicura un “partito plurale, che includa tutte le anime e aperto a tutte le istanze”. Però l’abisso di posizioni che si manifesta dal palco della festa è altra cosa, anche sulla riforma della Provincia Tocci mostra tutto il suo sdegno: “Quando il ceto politico elegge se stesso si crea un meccanismo perverso, speriamo che il misfatto sul voto delle province ci illumini nel cammino verso le altre riforme”.
Nasce il comitato pro Emiliano. Lusi: “Un militante ne porta 10 dalla società civile”
Dopo Cerignola e San Giovanni Rotondo prende forma anche a Foggia il comitato per Michele Emiliano in vista delle primarie. Patrizia Lusi, dirigente del Pd, si è già organizzata con Peppino D’Urso, Rita Amatore e Francesco Pastore. La sede del gruppo di supporto sarà in via Rovelli, già centro dell’associazione ‘Aquilone’ e di ‘Capitanata Futura’: “Un quartiere periferico in cui l’Aquilone recepisce da anni le istanze dei residenti e organizza corsi e doposcuola per i bambini. A Foggia, a parte due circoli ufficiali del Pd, la periferia è scoperta. Ognuno di noi quattro si impegna a portare con sé, per Emiliano, almeno dieci rappresentanti della società civile”. Lusi sostiene da tempo, oltre che le “primarie aperte come strumento di democrazia” anche in sfida con i “signori delle tessere”, delle assemblee cittadine di partito da svolgere insieme ad associazioni, sindacati, persone non iscritte: “Serve un’interlocuzione costante, non è detto che nelle sedi di partito si debba parlare solo di candidature e di regole per le primarie. Possiamo dedicarci a questo compito ora che siamo all’opposizione”.