E’ amareggiata la vicepresidente e assessore all’Assetto del Territorio, Angela Barbanente, nel dover difendere l’operato della Regione che ha bloccato le autorizzazioni per un resort da costruirsi in un uliveto secolare e monumentale nelle campagne sul mare di Nardò. “E’ veramente grande – ha dichiarato oggi in conferenza stampa con il presidente Vendola – l’amarezza per doversi difendere da attacchi di questo tipo, che mettono in ballo il blocco dello sviluppo e degli investimenti, quando c’è un ampio riconoscimento da parte della comunità sociale e economica pugliese per il lavoro dei nostri ufficio che continuano a smaltire centinaia di pratiche con rapidità e imparzialità. Abbiamo approvato decine e decine di varianti ai piani regolatori, emesso centinaia di pareri, nel termine dei 180 giorni previsti dalla legge valutiamo perfino i nuovi Piani urbanistici regionali. Parlano i numeri – aggiunge – dal 2010 al 2013 sono stati ben 165 i pareri rilasciati su piani edilizi esecutivi. Dei 165, 156 sono stati favorevoli, con soli 9 dinieghi”.
La vicepresidente si riferisce articoli pubblicati oggi sulla stampa, che mettono alla berlina il comportamento della Regione nei confronti di una signora inglese che voleva costruire in un uliveto secolare decine di alloggi e un complesso residenziale. La Regione ha detto no e dopo un ricorso al Tar vinto dalla proponente, si attende l’esito dell giudizio da parte del Consiglio di Stato. “Ma la legge – ha proseguito la Barbanente – prevede che prima del diniego vero e proprio ai proponenti sia inviato un preavviso di diniego, in modo che essi possano riformulare le domande. Ma nessuno in questo caso ha controdedotto e si è voluti passare – da parte della signora inglese e dei suoi consulenti – direttamente alla giustizia amministrativa. Intanto ho ricevuto la signora per ben due volte, spiegandole la situazione come faccio con tutti i cittadini che si rivolgono a me per chiarimenti, ma mai è stata avviata una formale interlocuzione con le strutture tecniche. Infatti l’area di Nardò risultava edificabile per il Piano regolatore generale, ma esso non era adeguato al Putt/P. Se chi ha venduto alla signora il terreno non le ha chiarito l’incertezza sullo stato giuridico del suolo, ha omesso di precisare una cosa fondamentale”. “Quel terreno edificabile era infatti soggetto ad autorizzazione sia della Sovrintendenza, per il vincolo paesaggistico, che della Regione. La Sovrintendenza ha emesso parere sfavorevole e anche la Regione lo ha fatto in seguito”.
“La signora inglese ha detto di voler ‘valorizzare’ l’uliveto. Bene: come si intende valorizzare un uliveto con decine di villette le cui fondazioni andrebbero a distruggere le radici degli alberi secolari? L’altezza delle villette sarebbe di 7,5 metri: come potrebbero essere più basse degli ulivi che come è noto hanno una chioma di gran lungo più bassa? Mi dà un po’ fastidio come pugliese e come amministratrice essere presa in giro con dei bei disegni e dei rendering colorati, che però non rendono l’idea di un intervento edilizio nel cuore di un uliveto quattrocentesco a due passi dal mare. Se la Puglia – ha concluso – si dovesse giocare il rapporto che ha tra gli uliveti e il mare, uno dei caratteri identitari della Regione, la Puglia si giocherebbe il suo sviluppo futuro. Un investimento che si dice di 70 milioni di euro sarebbe così a vantaggio di pochi e a svantaggio di tutti gli altri”. Sulla vicenda è intervenuto anche il governatore Nichi Vendola: “E’ una vicenda opaca – ha commentato – sulla cui storia è bene che dia uno guardo la Procura della Repubblica di Lecce, alla quale consegneremo un dossier”.