Sedie vuote e facce scure per la cerimonia di apertura della Fiera Internazionale dell’Agricoltura e della Zootecnia di Foggia che fino al prossimo 4 maggio animerà il quartiere fieristico di corso del Mezzogiorno. Un’atmosfera piuttosto mesta ha ingrigito il taglio del nastro di stamane, alla presenza dell’assessore regionale Fabrizio Nardoni. Sarà perché l’edizione numero 65 è l’ultima organizzata e curata dall’Ente autonomo Fiere di Foggia, per effetto del regolamento regionale che prevede l’imminente percorso di privatizzazione delle attività di promozione delle manifestazioni. Una trasformazione (che formalmente giungerà a compimento nei prossimi mesi) dovuta, che in Puglia si realizza con dodici anni di ritardo rispetto alle altre regioni. Che risponde a prescrizioni comunitarie, ma che non rappresenta la soluzione alla crisi del sistema fieristico. É quanto emerso dagli interventi di questa mattina, annodati al filo rosso della riflessione sull’opportunità del percorso di privatizzazione.
“Non è una soluzione”. Lo ha detto chiaramente Fabio Porreca, presidente dell’ente camerale di Foggia, socio-fondatore della Fiera. “Non si può pensare che avviando un bando per la privatizzazione, deresponsabilizzando gli enti dalla gestione di queste strutture -ha continuato- si arrivi a una soluzione. É un po’ come fare un passo indietro da parte degli enti pubblici, un disimpegno che non porterà soluzioni positive”. Rinnovando l’impegno della CCIAA, che “deve assumersi la responsabilità”, insieme al mondo delle imprese, alle organizzazioni imprenditoriali e agli altri enti, di “disegnare il futuro di questo luogo e di questa struttura”, Porreca ha ribadito che “la fiera, come l’aeroporto, non possono sostenersi se non con un impegno del pubblico. In termini di promozione del territorio ma anche di sostegno economico. “É giusto che sia il pubblico a promuovere, nell’interesse generale, il territorio. Quando la Regione Puglia da’12 milioni di euro a Ryanair lo fa perché quelle risorse date a un privato portino un impatto positivo sulle imprese del territorio”, ha esemplificato. Gli interessi pubblici degli enti fieristici non possono essere dismessi, per Porreca, che partecipando al percorso di ridefinizione della governance e del futuro della Fiera, lancia l’idea di un quartiere più rispondente alle esigenze del mercato, con spazi più ridotti, orientato al rapporto be to be con buyer, “nella logica del matching tra domanda e offerta”. Riconsegnare alla città i 40mila metri quadri del quartiere fieristico, migliorandone la qualità urbana, rendendoli funzionali ad ospitare incubatori di impresa e attività di ricerca, allargando anche ai distretti urbani del commercio la competenza, e prevedendo delle zone franche urbane nella fiera è l’ottica in cui Porreca intravede un’occasione di svolta e crescita nella nuova vita della Fiera.
Una visione condivisa dal commissario della Provincia di Foggia Fabio Costantini e dal sindaco Gianni Mongelli, intervenuti alla cerimonia inaugurale. Mongelli ha ricordato con orgoglio gli anni del suo mandato da presidente dell’Ente Fiera, esortando “in questo momento elettorale” al confronto “su un progetto di città in cui la Fiera non può essere parte marginale”. É l’invito rivolto ai candidati sindaco (avvistati Di Gioia, Marasco e Landella) presenti nella spoglia platea. “La città non deve fare in questo momento l’errore di abbandonare questo Ente, che è un punto di forza da cui ripartire, mantenendo il suo ruolo di promozione, in una gestione pubblico-privata. In questo momento -ha ribadito il sindaco- la politica deve porre la Fiera al centro del dibattito. Non bisogna cadere nello scoramento”. Rappresenta una leva importante per lo sviluppo del territorio, soprattutto in un contesto in cui si sta assistendo ad una nuova centralità dei capoluoghi, con la riorganizzazione amministrativa. Ne è convinto Fedele Cannerozzi, che a fine novembre terminerà il suo mandato da presidente. “Per me questa è un’opportunità per attrarre investitori privati e mi auguro che gli interlocutori siano del territorio. Piuttosto che porre il quartiere all’asta al miglior offerente, chiamerei il territorio a verificare se è conveniente, utile e redditizio mantenere in vita la Fiera. Nell’impossibilità di investire, questo prodotto è sopravvissuto sul mercato; male, ma c’è. Ogni centesimo investito in questo quartiere può avere un ritorno elevato per gli imprenditori. Non stiamo proponendo una sola -ha ribadito-; proponiamo al mercato la possibilità di un investimento con forti capacità di generare reddito”. Tra le principali novità dell’edizione 2014 di FierAgricola la presenza dell’associazione internazionale “Città del Bio” all’interno del salone dedicato alle produzioni bio ed eco compatibili.