“Penso, sono quasi sicuro di questo, che sia stato fatto di proposito”. Per come è apparso agli occhi dell’ortese Pierluigi Di Stasio il cippo alla memoria di Di Vittorio posto nelle campagne tra Cerignola e Orta Nova è stato distrutto volutamente, probabilmente a martellate. “Dato che è imminente un’iniziativa che come Flai-Cgil ogni anno organizziamo in occasione del Primo Maggio -racconta a l’Immediato-, abbiamo fatto un sopralluogo sul posto, sabato scorso, e abbiamo visto che il cippo era rotto, sicuramente per l’azione di un martello, perché era suddiviso in quattro pezzi grandi. Se si fosse schiantata contro una macchina o un trattore, la pietra non si sarebbe frantumata in quel modo. Erano cinque pezzi di grandi dimensioni”. Un chiaro atto di vandalismo a cui si è posto rimedio in tempo record. Accompagnato dal padre e con l’ausilio di un muratore, “ci siamo subito adoperati nella ricostruzione”, fa sapere Di Stasio. Il giorno successivo la Camera del Lavoro ortese si è prontamente attivata per una soluzione temporanea. “Dato che è un marmo, l’unico modo per recuperare in maniera permanente il cippo è rifarlo. Per il momento, abbiamo impastato i pezzi con del cemento per tenerli insieme, in modo tale da consentire lo svolgimento della cerimonia della deposizione della corona di alloro sul cippo, come consuetudine nella giornata dedicata alla festa dei lavoratori, per rimembrare la figura di Giuseppe Di Vittorio”. Già nel 2011 la Flai-Cgil di Foggia, assieme alla Camera del Lavoro di Orta Nova, in occasione delle celebrazioni per la giornata del Primo Maggio, ripulì il piccolo cippo che ricorda il luogo dove l’adolescente Giuseppe Di Vittorio lavorò per la prima volta. La pietra, che si trova a cinque chilometri dall’abitato del comune del Basso Tavoliere, venne ripulita dalla muffa e assicurata al suolo con del cemento. Sull’accaduto, rimbalzato in rete, di bacheca in bacheca, è intervenuto anche il pd di Cerignola, attraverso una nota stampa diffusa ieri. “È una notizia che provoca grande dolore a tutti coloro i quali vogliono bene alla Capitanata. In questo lembo di campagne, passati in questi giorni alla ribalta della cronaca per la vicenda dell’intombamento dei rifiuti campani, rischiamo di intombare anche una delle pagine più belle della nostra memoria collettiva lasciandola all’oblio”, scrive il segretario cittadino Tommaso Sgarro. “C’è bisogno di riannodare i fili della storia. C’è la necessità di coinvolgere le istituzioni, la scuola, i sindacati in una progettualità più ampia possibile, capace di promuovere una condivisa opera di manutenzione e di cura della storia di Giuseppe Di Vittorio e dei braccianti della Capitanata. Non possiamo lasciare che quel patrimonio venga distrutto come quel cippo -conclude Sgarro-. Il riscatto della nostra terra passa anche dal riscatto della nostra storia e dei suoi luoghi simbolo”.